MONOPOLI – Abbiamo intervistato l’allenatore della nostra Under 17 nazionale. Mister Paolo De Francesco ci ha risposto riguardo i suoi ragazzi ed il settore giovanile in generale.

 

  1. Quali sono gli obiettivi della sua squadra per questa stagione?

“L’obiettivo di chiunque lavori nel settore giovanile, soprattutto quello professionistico, è quello di ampliare il bagaglio di conoscenze (tecnico tattiche) dei ragazzi, in maniera da renderli pronti ad un eventuale salto. Da questo punto di vista, consentimi l’enorme soddisfazione di vedere diversi dei miei ragazzi ormai stabilmente in Berretti, con un paio già presenti e sotto il costante monitoraggio della prima squadra”.

 

2. Qual è il compito più difficile per un allenatore di una squadra di ragazzini?

“Il compito più difficile, ritengo, sia quello di non guardare il risultato. Non dobbiamo mai dimenticare che, per quanto ci piaccia vincere, ciò che divulghiamo è soprattutto la logica del gioco. Che si poggia su valori di lealtà, rispetto e comportamento responsabile. Creare un buon giocatore di calcio, significa creare un uomo migliore, un testimonial del comportamento corretto, possibilmente dentro e fuori dal campo”.

 

3. Secondo il suo parere di cosa ha bisogno un settore giovanile in Italia oggi per essere completo e funzionale?

“Soprattutto qui da noi, al Sud in generale, la necessità principale è quella di creare strutture degne di tal nome. Una volta risolte queste problematiche legate alla carenza endemica di strutture, si può e si deve agire sulla formazione di tecnici preparati e qualificati, che siano in grado di proporre progetti dinamici, che contengano obiettivi diversi, il tutto sempre mirato all’arricchimento delle conoscenze dei ragazzi”.

 

4. Considerando il recente momento della nazionale italiana che tipo di rinnovamento prevede per il futuro? E cosa serve secondo lei per migliorare?

“Le cose iniziano a cambiare dove ci sono persone in grado di cambiare: il rinnovamento è innanzitutto un discorso culturale, che dovrebbe investire tutti, dirigenti, tecnici e calciatori, ivi compreso i genitori. Ognuno, per quello che è il suo ruolo, deve e può fare uno sforzo per rinvigorire e migliorare il mondo “Calcio”, che occupa una posizione strategica nel “sistema degli affetti” italiano”.